Pensando al Giappone natura e vita all’aria aperta potrebbero non essere la prima immagine che viene alla mente; ma la varietà di paesaggi e la bellezza mutevole delle stagioni sono fra le attrattive più grandi del Paese. Eccone qualche esempio, nei sette colori dell’arcobaleno:
Rosso, arancione e giallo
Le isole giapponesi sono coperte per quasi due terzi di foreste, che si snodano dal freddo dell’Hokkaido alle isole subtropicali del sud; la flora locale annovera oltre quattromila specie diverse.
Questo manto verde si trasforma in autunno in una sinfonia di gialli brillanti, di rosso ruggine, di arancione acceso; il picco si raggiunge nel mese di novembre, ma a seconda delle zone lo spettacolo si prolunga da settembre fino a dicembre inoltrato.
Lo spettacolo autunnale è noto come Koyo o Momiji, e la sua bellezza è da sempre oggetto di ammirazione da parte dei Giapponesi; la tradizione di passare del tempo all’aperto per godere della bellezza delle foglie, o “Momijigari”, è tuttora sentita.
Il simbolo dell’autunno in Giappone è l’acero, con le sue foglie rosso vivo, al quale fanno da contrappunto il giallo oro dei gingko e il marrone delle querce; e non c’è nulla di meglio per ammirarne tutte le sfumature che visitare i giardini e i parchi, magari dove passeggiano liberi i cervi, come a Nara. In Giappone, quando due cose stanno particolarmente bene insieme si dice che sono come “un cervo e foglie d’acero”.
Dove ammirare le foglie d’autunno
Alcuni dei luoghi più belli per ammirare i colori dell’autunno giapponese sono Arashiyama e il Tempio Tofukuji a Kyoto, il parco di Ueno e i Giardini Rikugi a Tokyo, la regione dei laghi vicino al Monte Fuji e il Parco Nazionale Oze.
Verde e azzurro
Tradizionalmente, in giapponese verde e azzurro erano indicati con lo stesso termine: ao. Una parola che contiene già tutto un paesaggio.
Quando in treno ci si allontana dalle città si attraversano campi e risaie a perdita d’occhio, fino ai piedi delle montagne mai troppo lontane. L’entroterra giapponese è fatto quasi tutto di cielo e montagne, azzurro e verde, punteggiate di antichi santuari e dai vapori delle sorgenti termali.
In Giappone natura e storia si intrecciano in modo strettissimo per via della spiritualità shintoista, che attribuisce un’anima a ogni cosa e che identifica nella natura i kami (gli spiriti) più potenti. Ecco allora che la cornice fiammante dei torii si apre sul verde dei boschi, sui monti dove fino a cent’anni fa si credeva vivessero gli dei.
Le montagne del Giappone
Non mancano le destinazioni per fare trekking in Giappone, dalle cosiddette Alpi Giapponesi al Monte Koya, da Hakone al Monte Takao, e naturalmente lui, il solo, il Monte Fuji.
Indaco
Quando i primi occidentali furono ammessi nel Paese, alla fine dell’isolamento durante l’epoca Meiji, si stupirono dell’onnipresenza del blu indaco: nelle ceramiche, nelle stampe su carta, nei tendaggi e nei vestiti, al punto che la tinta divenne nota in occidente come “blu giapponese“. La sua popolarità aveva ragioni che andavano oltre l’estetica: i tessuti trattati con l’indaco diventavano protettivi contro insetti e addirittura contro i batteri.
Questo blu profondo è lo stesso che si trova negli abissi marini; l’arcipelago giapponese sorge dall’acqua così bruscamente che le onde arrivano quasi a lambire il piede delle montagne.
Si può dire che la civiltà nipponica sia sempre stata stretta fra l’onda e il monte; un legame che ha portato un rispetto misto a timore per il mare, la cui forza si manifesta nelle terribili onde Tsunami e nei gorghi naturali di Naruto, Kanmon e Kurushima: in pochi luoghi come in Giappone natura e forza degli elementi si manifestano con tanta vivacità.
Le spiagge del Giappone
Molte delle più belle spiagge giapponesi si trovano a Okinawa e nelle isole circostanti, che per sabbia candida e mare azzurro rivaleggiano con le più belle isole tropicali, con una vegetazione lussureggiante come quella di Amami Oshima. Ma ci sono anche Jodogahama, che porta il nome del paradiso buddhista e dove gli scogli disegnano una sorta di giardino zen naturale; e Miho, da cui si gode di una vista impareggiabile del Monte Fuji.
Violetto
Nel Giappone feudale, il viola o “murasaki” era uno dei colori proibiti che solo la nobiltà poteva indossare; oggi è diventato uno dei più amati.
Forse anche perché, dopo l’hanami, la fioritura dei ciliegi che tinge di rosa la primavera, una delle fioriture più spettacolari è quella dei glicini: proprio in Giappone si trovano alcuni dei più belli del mondo, su tutti quello centenario che sboccia nell’Ashikaga Flower Park di Tochigi.
I giardini giapponesi sono famosi per la serena bellezza e l’equilibrio che li caratterizzano, e durante la primavera offrono uno spettacolo meraviglioso: camelie e peonie, azalee, ninfee e ortensie si accendono di tutte le sfumature di bianco, di rosso, di rosa, mentre dall’alto fioccano delicatamente i petali di ciliegio e pruno.
Un giardino giapponese tradizionale è un’opera d’arte totale, che include il paesaggio circostante, plasma ogni singolo masso, ogni corso d’acqua, non trascura il più piccolo ramo o macchia di muschio.
I giardini giapponesi
Sono moltissimi i parchi e i giardini da visitare in Giappone, anche nel cuore ipertecnologico di Tokyo (come lo Shinjuku Gyoen). Ma i “Tre Grandi Giardini del Giappone” sono solo loro: il Kenroku-en di Kanazawa, o “giardino delle sei perfezioni”, ossia ampiezza, serenità, venerabilità, bellezza scenica, finezza e freschezza; il Koraku-en di Okayama, che si potrebbe tradurre come “il giardino del piacere di poi”, da un equivalente dell’espressione ‘prima il dovere, poi il piacere’; il Kairaku-en di Mito, o “giardino da godere con le altre persone”, una sorta di prototipo nipponico del parco pubblico.
Il nostro viaggio in Giappone attraverso i colori si conclude qui, ma era solo un assaggio: l’unico modo per scoprire la tavolozza nel suo insieme è partire.